
11 Dic Flutter: tutti verso lo sviluppo unico?
In ambito mobile sembra che tutti i tool stiano prendendo una direzione unica: unico sviluppo, doppia piattaforma. Ultimo arrivato è Flutter by Google, che promette esperienza nativa e codice unico.
Chi lavora in ambito sviluppo lo sa: creare il codice una volta, declinarlo su più piattaforme e con un’esperienza utente centrata per singolo S.O. è il sacro graal di chi crea applicazioni mobili.
Un anello per ghermirli
La strada è stata esplorata da tempo, si è partiti con le vecchie tecnologie Phonegap/Cordova, passando per Ionic 1 e Ionic 2-3 fino a React Native.
Ogni passaggio ha portato con sé uno step evolutivo non di poco conto, permettendo uno sviluppo sempre più rapido, una compatibilità tra piattaforme sempre più forte e un distacco tra App Native e App Ibride ridotto ai minimi termini. Forse non sempre un bene ne per il mercato, ne per gli sviluppatori.
Arriva Flutter
L’ultimo tool ad essere stato rilasciato in versione stabile è Flutter, creato da Google che prova cosi ad entrare nel calderone lanciando il guanto di sfida non ai concorrenti, e nemmeno agli ambienti di sviluppo nativo, ma direttamente alle piccole realtà, alle startup, ai piccoli dev studio.
Da Mountain View definiscono Flutter come uno UI toolkit per creare app con esperienza nativa per iOS ed Android partendo da un unico sorgente di codice. Si può includere in un app già sviluppata o creando un’app tutta nuova.
Possiede molti widget che visualizzano in maniera perfetta componenti (pixel perfect) iOS e Android e naturalmente i widget possono essere creati anche da soli, in modo da coprire tutti i casi necessari di sviluppo.
Il linguaggio utilizzato per sviluppare è Dart per la sua velocità di sviluppo, la buona curva di apprendimento e la flessibilità. Di fatto è stato progettato appositamente per le nuove tecnologie di sviluppo e quindi si è ritenuto perfetto per Flutter.
Tra le frecce al suo arco Dart offre la modalità hot reload che permette di modificare live l’app senza doverla ricaricare, accorciando i tempi di sviluppo in modo significativo sia lato testing che ultimazione.
Flutter come dicevamo si può utilizzare con diversi IDE, tra cui Visual Studio Code, ma è consigliabile usare Android Studio con plugin annesso perchè comprende già tutti gli strumenti utili per lavorare in modo rapido ed efficace (code completion, syntax highlighting, debug, ecc).
Utilizzo e scenari
Il pubblico a cui parla Flutter è perfettamente definito: nuove startup, piccoli ambienti di sviluppo indipendente, indie games e in generale tutti quegli scenari in cui utilizzare un tool unico per sviluppare velocemente le applicazioni è ideale sia per l’unica codebase sia per la facilità di utilizzo.
Tra l’altro Flutter, in pieno stile Google, è open source, cosa che facilita la produzione di plugin da parte di terzi, sempre utili in ambito di riutilizzo di codice e di collaborazione online. Big G sembra puntare su questo e sullo sviluppo di una community già dal primo momento: qui ad esempio troverete risorse e novità dal mondo Flutter.
In conclusione, per molti versi Flutter ricalca le orme di React Native, utilizzando similmente lo stesso approccio di UI Toolkit ma sfruttando la potenza di Dart. E’, se vogliamo, la risposta Android a React, prodotto ormai maturo e con una base di adozione molto ampia.
Tocca a Flutter crescere e maturare per fare un vero e proprio confronto alla pari: a noi piace molto, voi lo avete già provato?
Lasciateci idee ed esperienze su Flutter nei commenti!
No Comments